Putzolu (AD Holacheck), contro l’evasione è necessario sistema integrato di uomini e tecnologia

Sergio Putzolu è amministratore delegato di Holacheck, una società specializzata nel lavoro di controlleria nei trasporti pubblici, ed è naturalmente un osservatore attento delle dinamiche di un fenomeno, quello dell’evasione tariffaria, che drena ogni anno notevoli risorse e contro cui le aziende di TPL stentano ad avere strategie vincenti.

Putzolu, nonostante tutto anche ATM di Milano sembra aumentare molto i controlli. Lo si vede persino in Stazione Centrale dove all’ingresso della Metro spesso sono in azione pattuglioni di verificatori. Ma come vanno le cose nel resto d’Italia?

Negli ultimi 2 anni la sensibilità dei gestori del trasporto pubblico locale verso il tema dell’evasione è certamente aumentata. Siamo tuttavia ben lontani da quelli che sarebbero gli obiettivi raggiungibili e, personalmente, ritengo che il limite maggiore sia culturale e a livello di Paese.
Il modello di ragionamento che considera l’evasione del pagamento del titolo di viaggio come un reato di serie B o addirittura un diritto del cittadino perché il servizio non è soddisfacente, suscita tutta una serie di problemi a cascata che non permettono di affrontare correttamente la problematica dell’evasione.

Le città che hanno reti metropolitane sembrerebbero favorite dal fatto che ci sono i tornelli, ma fenomeni di evasione non sono certo scomparsi del tutto…

Il tornello è un valido strumento per facilitare il controllo degli accessi ai mezzi di trasporto, sia che vengano installati a bordo dei mezzi che nelle stazioni. Non sono però la panacea a tutti i guai dell’evasione del titolo di viaggio. Ci vuole un sistema integrato fatto di uomini e tecnologie e organizzazione per contrastare efficacemente questo problema con azioni che siano durature nel tempo e non fuochi di paglia di un mese.

Da qualche parte si mettono i tornelli sugli autobus, per lo meno si sperimentano sulle linee periferiche e su quelle a bassa frequentazione. Come vanno le sperimentazioni?

Le sperimentazioni dei tornelli sono andate bene anche se la valutazione che le differenti aziende danno è figlia di quanto già detto al punto sopra. Immaginare che il semplice fatto di mettere un tornello sul mezzo possa eliminare il problema dell’evasione è utopico ma se il tornello è inserito all’interno di un sistema organizzato fatto di uomini, tornelli e organizzazione allora le cose cambiano ed il modello diventa virtuoso. Almeno questo è quello che accade dove le cose funzionano.

Resta il fatto che quando il servizio è carente, o gli autobus sono troppo affollati o caldi da morire, la gente quasi si sente autorizzata a non pagare…
Nelle città dove operate si sa che i vostri controllori sono inflessibili. Ma cosa potrebbe succedere su un autobus romano all’ora di punta quando il clima è irrespirabile?

Mi permetto di rispondere alla sua domanda con una ulteriore domanda: siamo sicuri che quel mezzo sarebbe così pieno di gente se tutti pagassero il titolo di viaggio?

Da più parti le aziende hanno dotato i loro verificatori di Pos per il pagamento della sanzione. Quanto vale nella vostra esperienza ormai decennale…

Il POS è uno strumento fondamentale per garantire che i pagamenti delle sanzioni arrivino a buon fine nel minor tempo possibile, facilita l’utente nel pagamento della sanzione evitando lunghe code agli sportelli postali o bancari e rende più semplici le attività di rendicontazione da parte dell’azienda. L’addove viene utilizzato costituisce la forma di pagamento maggiormente utilizzata dagli utenti raggiungendo in alcuni casi valori molto vicini al 60% delle sanzioni pagate.

Per finire, ci tolga una curiosità. A Milano la chiusura dei tornelli in uscita ha dato grandi risultati, qualcosa vieta di farlo anche a Roma?

Non per ripetere sempre le stesse cose ma personalmente non credo nei copia ed incolla. Tutto dipende dalla situazione in cui opera un’azienda rispetto ad un’altra, situazione che spesso dipende da un mix di fattori di tipo politico, sociale e culturale. Dunque, per darle una risposta direi certamente sì, anche a Roma i tornelli potrebbero essere installati sui mezzi ma ci vuole un progetto organico che coinvolga gli autisti, i controllori e anche gli utenti.

Articolo Ferpress – 12/10/2018